50 km. Poco meno.
Qualcuno li ha corsi interamente. Qualcuno li ha, quasi, equamente condivisi con un compagno. Qualcun altro li ha vissuti assieme ad altri tre runners.
Qualcuno li ha pedalati, qualcun altro li ha doppiati in scooter. Qualcuno non è uscito dal villaggio per accogliervi e ricevervi al traguardo.
Il viaggio tra gli argini della nostra città piace.
La medaglia è lì a mostrarci il perimetro di questo anello fluviale che più lo conosciamo e più ci attrae.
Ci muove l’entusiasmo e il primo grande obiettivo era di farvelo percepire, passarvelo per poi farcelo restituire.
Avete cominciato a darci soddisfazione già dal sabato e abbiamo capito che lo “spirito UP” era incanalato. Il ritiro pettorali al Club del CUS si è trasformato in uno spritz party che ha scacciato tensioni pre-gara.
E poi lo start. Quel countdown nella nebbia che vi ha spinto tra fiumi e canali e lo “spirito UP” che come d’incanto è riapparso. Le zone cambio staffette si sono trasformate in allegria e musica. E’ sbucato un ristoro abusivo con vino, soppressa e dolci fatti a mano. Siete passati sotto gazebi con i panni stesi e gazebi gialli con la bandiera di Giulio Regeni e vi siete fatti osservare da scoiattoli curiosi in parchi mai visti da runners.
Avete sudato, sofferto e imprecato, talvolta, ma sul percorso abbiamo trovato solo e unicamente sorrisi.
Accogliervi e mettervi la medaglia al collo per noi felpe nere staff ha letteralmente chiuso il cerchio.
“Ho corso centinaia di maratone in tutto il mondo. La vostra è una corsa di nicchia, non ne esistono dove ci si sente così a casa. Non cambiate, quelle commerciali lasciatele agli altri”.
Eccolo qui, tradotto in parole, lo “spirito UP”.
Arrivederci al 2025
“…La vostra è una corsa di nicchia, non ne esistono dove ci si sente così a casa…”
PS: le foto noi le regaliamo!
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